– il governo è connesso a google, che è connesso ad internet, che è connesso allo schermo, che è connesso ai tuoi occhi, che sono connessi al tuo cervello, che è connesso alla tua mano, che è connessa al tuo dito, che è connesso al tuo schermo, che è connesso ad internet, che è connesso a google, che è connesso al governo. *** *** 🏴★★★🚩 ***ON*@IR!!🛑📡(﹙˓ ‍🎧 ˒﹚) ▶︎•၊၊||၊|။|||| |*** 🌐NEWS✷IN✷MOVIMENTO – reda onda d’urto🌐 *** 10 Marzo 2025 – 13:54 – SIRIA: OLTRE MILLE LE VITTIME DELLE VIOLENZE CONTRO GLI ALAWITI SCATENATE DAI JIHADISTI AL POTERE A DAMASCO. “DAL ROJAVA UNA PROPOSTA CONTRO GLI INTERESSI IMPERIALISTI E LE DIVISIONI SETTARIE” – È arrivato a quasi 1500 vittime, di cui almeno 1000 civili, il bilancio della vera e propria caccia alla popolazione alawita scatenata dai miliziani di Hayat Tahrir al-Sham al potere a Damasco e dai loro alleati jihadisti nelle regioni costiere della Siria occidentale, in particolare nelle aree di Latakia, Tartius e Homs. In risposta ad alcuni attacchi armati mossi da milizie fedeli al regime di Bashar al-Assad, rovesciato proprio dai qaedisti di Hts guidati da Al Jolani (ora Al Shaara) all’inizio di dicembre 2024, il cosiddetto “governo di transizione” siriano ha inviato convogli di miliziani jihadisti da tutta la Siria (anche dalle fila del cosiddetto Esercito nazionale siriano controllato, a nord, direttamente dal governo turco) nelle aree abitate dalla minoranza sciita alawita, della quale faceva parte anche la famiglia Assad e buona parte della classe dirigente che per oltre cinquant’anni ha governato il paese a maggioranza sunnita. Rastrellamenti e scontri si sono verificati lungo tutta la costa mediterranea, tra villaggi e cittadine dove vive la parte più significativa di diverse minoranze. Il ministero della Difesa di Damasco parla di “operazione militare”, ma diverse ong, e le immagini di molti video, mostrano torture, stragi, uccisioni a sangue freddo e violenze di ogni genere. “Quello che stiamo vedendo è l’emergere del fatto che l’idea con cui la narrazione dei media, occidentali ma anche arabi, ci aveva detto che la Siria sarebbe stata pacificata e avrebbe avuto un futuro democratico con questo nuovo governo sta venendo meno”, spiega ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica. “Hayat Tahrir al-Sham – aggiunge Bindi – è una forza che si è rappresentata solo ultimamente come moderata e aperta, ma che in realtà è profondamente settaria, autoritaria e legata a idee salafite rigide. Ha già avuto un’esperienza di governo, a Idlib, dove ha dimostrato il proprio stile di governo fatto di violenze verso le minoranze e gli oppositori politici“. In questi giorni, condannando le violenze settarie dei gruppi jihadisti, le Forze Democratiche Siriane e l’Amministrazione autonoma democratica della Siria del nord e dell’est hanno ricordato di avere da tempo una proposta di riorganizzazione politica dello stato e della società siriana che vada nella direzione della convivenza pacifica tra le diverse comunità nazionali, religiose e linguistiche e della loro autodeterminazione. Inoltre, l’Amministrazione autonoma del Rojava ha dichiarato la propria disponibilità a organizzare l’evacuazione dei civili dalle città di Latakia e Homs. Secondo Jacopo Bindi, la proposta di decentralizzazione dello stato e di sviluppo della capacità di autogoverno delle comunità locali (diversa dal federalismo o dal separatismo) avanzata dal confederalismo democratico e dalle forze che vi si ispirano “potrebbe essere la chiave per mettere insieme tutte queste componenti della società siriana e neutralizzare il gioco delle potenze imperialiste come Israele, Turchia e Stati Uniti, che dividono e fomentano i conflitti settari, religiosi e nazionalistici”. Proprio per questo, però, l’esperienza dell’autogoverno rivoluzionario in Rojava è sempre sotto attacco e negli ultimi giorni l’esercito turco ha intensificato i propri raid con aerei da guerra e droni nell’area della diga di Tishreen, nelle campagne di Manbij e nel sud di Kobane. Nel frattempo, le Forze democratiche siriane resistono e respingono gli assalti via terra lanciati dai mercenari jihadisti guidati da Ankara. *** 8 Marzo 2025 – 18:38 – 8 MARZO: “LOTTO, BOICOTTO, SCIOPERO”. – 8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne. “Lotto, boicotto, sciopero” è lo slogan di Non Una di Meno per il nono sciopero transfemminista. Oltre 60 le piazze mobilitate, da Nord a Sud, per “uno sciopero – dice Nudm nell’appello. dal lavoro produttivo, riproduttivo, di cura e dai consumi, dichiaratamente contro violenza patriarcale, guerre e povertà …. contro il governo Meloni, le sue politiche e l’asse globale dei governi ultra-reazionari”. Lo sciopero è coperto anche sindacalmente da diverse realtà organizzate di base come Usi-Cit, Slai-Cobas, Cub, Usb, Adl Cobas, Clap, Orsa. Stop in particolare ai trasporti, già da venerdì sera alle ore 21 per i treni; a Genova e Napoli anche per il trasporto pubblico locale. Braccia incrociate pure su aerei, autostrade e istruzione; in quest’ultimo caso, anche con la Flc Cgil. GOVERNO – All’8 marzo il governo replica con leggi, ordine, carcere. Il femminicidio come nuovo reato autonomo ed è punibile con l’ergastolo: via libera del Cdm al disegno di legge, che ora andrà nei due rami del Parlamento. Le pene aumentano fino al 50% per i maltrattamenti. Inasprimenti anche su minacce e revenge porn. Nulla invece sul lato delle politiche attive verso le donne né tantomeno sul lato culturale contro la violenza patriarcale. Del reato di femminicidio parla sempre l’appello di Nudm, che ribadisce: “Chi sostiene la cultura patriarcale parla della sicurezza come ordine, controllo, repressione e punizione. Rispondiamo che la sicurezza è l’educazione alla sessualità, alle emozioni e al consenso” *** *** 8 Marzo 2025 – 17:08ByGatto Nero 8 MARZO: A PARIGI UNA MAREA DI PERSONE IN PIAZZA PER LA GIORNATA DI LOTTA – 8 marzo a Parigi. Una data che, in questo 2025, giunge in clima particolare, con una Francia reduce dal processo Pelicot che ha profondamente scosso società civile. Migliaia e migliaia le persone che si sono concentrate in Place de La Repubilque, nel cuore della capitale della Francia, tra collettivi e realtà femministe, sindacati confederali come la CGT e quelli di base, come Sud Solidaire, realtà studentesche, forze e partiti della sinistra. La manifestazione ha una forte connotazione rivendicativa sui diritti delle lavoratrici in materia di salari, orari, diritti e del riconoscimento del lavoro di cura, oltre a slogan antifascisti e una chiarissima posizione a sostegno della lotta del popolo palestinese contro l’occupazione sionista e il genocidio per mano israeliana. Da segnalare anche la presenza significativa della comunità curda, con un pre-corteo partito dal Centro culturale curdo del X arrondissment, oltre all’azione di XR, con tre climbers che hanno rivestito la statua al centro della piazza parigina con un gilet e la scritta “Patriarcato ecocida e femminicida”. *** 8 Marzo 2025 – 16:32ByGatto Nero 8 MARZO: STRAGI DI CIVILI ALAWITI SULLA COSTA MEDITERRANEA DELLA SIRIA. DAL KURDISTAN OCALAN CELEBRA “LA GIORNATA DELLE DONNE LAVORATRICI” – 8 marzo di sangue e stragi nella Siria mediterranea. Oltre 500 civili alawiti – ma il bilancio è destinato a salire – sono stati uccisi nelle violenze – diventate spesso veri e propri massacri contro la popolazione – delle forze jihadiste, al potere a Damasco, con rastrellamenti e scontri lungo tutta la costa mediterranea, tra villaggi e cittadine dove vive la parte più significativa di diverse minoranze. L’ Ong siriana basata a Londra, Ondus denuncia “la morte di centinaia di civili alawiti nella regione costiera uccisi dalle forze di sicurezza e da alleati” ad Al Jolani. Con queste vittime, il numero totale dei morti negli scontri sfiora ormai il migliaio. Vanno infatti conteggiati oltre 200 miliziani delle stesse forze di sicurezza al potere a Damasco, scontratisi in precedenza con milizie alawite, druse e fedeli all’ex autocrate siriano Assad, prima che le milizie pro Al Jolani dessero il via a massacri indiscriminati contro i civili, casa per casa, compiuti anche con l’ausilio di altre milizie jihadiste, come quelle del cosiddetto Sirian National Army, di fatto gruppi al soldo di Ankara, impegnate da 3 mesi anche a sfondare – senza esito – la resistenza delle Forze democratiche siriane nella Siria del Nord e dell’Est, controllata dall’Amministrazione autonoma rivoluzionaria (Rojava) ispirata ai principi del confederalismo democratico. Proprio sul fronte del nord-est della Siria, la Turchia usa quotidianamente droni e aerei da guerra per bombardare la diga di Tishreen, le campagne di Manbij e il sud di Kobane. Sotto attacco in particolare la zona della diga, dove da due mesi è in corso anche un presidio popolare civile di autodifesa, è militarmente controllata dalle Forze democratiche siriane, che respingono gli assalti via terra lanciati dai mercenari turcojihadisti. OCALAN E L’8 MARZO – Sullo sfondo dello scenario siriano e più in generale mediorientale ci sono inoltre i possibili sviluppi politici seguiti allo storico “Appello per la pace e la società democratica” effettuato una settimana fa dal leader del Pkk Abdullah Ocalan, che proprio oggi – 8 marzo – ha anche diffuso un messaggio nell’ambito della Giornata internazionale per i diritti delle donne: “la questione femminile – questa la fine del messaggio di Ocalan (qui il testo completo) – è un problema più profondo della questione curda. La questione femminile è ancora più centrale della questione curda. Abbiamo fatto solo un piccolo passo iniziale. La cultura della guerra e del conflitto è rivolta principalmente contro le donne. Respingere questa cultura in una certa misura è la forza motrice della nostra lotta”. In un altro passaggio, Ocalan sottolinea che “come dimostra il marxismo, il raggiungimento del socialismo non sarà possibile a meno che la nuova era non distrugga la cultura dominata dagli uomini profondamente radicata nella società. Il socialismo può essere raggiunto attraverso la liberazione delle donne. Non si può essere socialisti senza la libertà delle donne. Non può esserci socialismo. Non si può andare per il socialismo senza democrazia. La mia prima prova del socialismo è sapere come parlare a una donna. Chi non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Il socialismo di un uomo è legato al modo in cui si relaziona a una donna”. Infine, Ocalan rivendica che “lo spirito dell’epoca è la politica democratica e il suo linguaggio è il linguaggio della pace. L’”Appello per la pace e la società democratica” è anche una rinascita per le donne….saluto quindi le donne che credono nella vita comune e ascoltano la mia chiamata e celebro l’8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici“. *** ★★★ 📻 Dal Lunedì al Venerdì, dalle ore 8.30 alle 13.00 NETWORK? il Ponte Radio Web della Radio*Clandestina; rassegna stampa, microfono aperto, approfondimenti dalle radio indipendenti, popolari, comunitarie, in movimento, dal basso e a sinistra *** 📻 ★★★ *** ✊🏽Un cordiale saluto a tutt* all’ascolto, vi invitiamo a mandare un segnale a Info@radioclandestina.net✉️: audio, messaggi di testo, mixtape e musica! 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